mercoledì 20 novembre 2013

I polmoni rivendicano la loro esistenza e, stufi di non esser considerati, decidono di scatenarsi in un ritmico sfogarsi doloroso di tosse e catrame. Il messaggio è semplice: smetti di fumare, imbecille. Il messaggio, in effetti, è tanto semplice quanto ignorato.
A Firenze il sole splende, dietro lo spesso strato di grigie nubi che, testardo, insiste nel rendere ancor più triste una qualunque giornata di novembre, caratterizzata dalla forte assenza di voglia di vivere e di gioire, nonostante un tempo il pensiero di esser malati e avere, dunque, una valida scusa per saltare lezioni e lavoro avrebbero causato una felicità disumana. Ma crescendo i sensi di colpa e di responsabilità pare sentano il dovere di recuperare il totale assenteismo degli anni passati. Inutile provare a soffocarli, riemergono come il cadavere dell'ex, in quel lago, quella notte. C'è un motivo, se dicono di legarci un mattone. Sarà per la prossima volta.